La gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) torna al centro del dibattito istituzionale grazie all’interrogazione presentata dall’on. Maria Chiara Gadda (Italia Viva) alla Commissione Ambiente della Camera. L’atto, depositato il 9 ottobre 2024, ha sollevato una questione concreta e urgente: l’accumulo di PFU presso officine e gommisti a ridosso del cambio stagionale degli pneumatici, con conseguenze operative, ambientali e concorrenziali rilevanti.
Come evidenziato dall’on. Gadda (che si è occupata fondamentalmente di automotive, dimenticando le macchine agricole in primis, i carrelli elevatori, le macchine movimento terra ecc,), ogni anno a partire dal 15 ottobre le autofficine iniziano a effettuare i cambi gomme in vista dell’obbligo invernale di pneumatici o dispositivi antisdrucciolevoli. In questo frangente si genera un volume significativo di PFU che, in base al decreto ministeriale 182/2019, dovrebbero essere ritirati gratuitamente dagli operatori autorizzati grazie al sistema della responsabilità estesa del produttore.
Tuttavia, la mancata raccolta in molte aree del Paese, legata all’esaurimento dei fondi derivanti dal contributo ambientale, ha portato a un blocco operativo in diverse officine. A ciò si aggiunge il fenomeno degli pneumatici immessi sul mercato attraverso canali non tracciati – spesso online – che sfuggono al versamento del contributo, generando squilibri nel sistema e concorrenza sleale.
Questa situazione, sebbene colpisca direttamente solo alcuni comparti, ha ripercussioni trasversali. Pur se la nostra categoria, nella gran parte dei casi, non ritira e non vende pneumatici e quindi non vive direttamente la problematica del PFU, confrontandoci con i colleghi gommisti che operano anche nel settore agricolo, sappiamo bene che le difficoltà riguardano anche lo smaltimento degli pneumatici agricoli. I limiti strutturali del sistema di ritiro e gestione degli PFU non fanno distinzioni tra settori e rischiano di compromettere anche la continuità delle attività connesse al mondo delle macchine agricole.
Nella risposta scritta del 24 giugno 2025, il Ministero dell’Ambiente ha illustrato le misure in corso per affrontare queste criticità. In primo luogo, è stato autorizzato per il 2024 il ricorso all’extratarget di raccolta, ovvero un aumento straordinario dei quantitativi di PFU ritirati rispetto a quelli ordinari previsti dalla normativa.
Parallelamente, il Ministero ha intensificato il monitoraggio delle attività ordinarie di raccolta e ha istituito un Registro nazionale informatico dei produttori e importatori di pneumatici, operativo dal 14 maggio 2025. L’iscrizione al Registro sarà obbligatoria e il relativo codice identificativo dovrà comparire su ogni documento commerciale, compresi quelli per le vendite online. Uno strumento, questo, che punta a garantire maggiore tracciabilità, equità e trasparenza lungo tutta la filiera.
Inoltre, il Ministero ha annunciato il completamento della Verifica di impatto della regolamentazione (V.I.R.) sul decreto 182/2019, da cui potrebbero scaturire correttivi normativi per migliorare l’efficienza dell’attuale sistema di gestione.
Federacma accoglie con favore l’impegno del Ministero nel rafforzare strumenti di controllo e trasparenza, elementi fondamentali per tutelare gli operatori che rispettano le regole e per garantire un sistema ambientale e produttivo più equo.
Anche se non direttamente coinvolti, siamo vicini alle officine e ai gommisti che operano correttamente e che si trovano oggi in difficoltà a causa di distorsioni del sistema. Conduciamo volentieri con loro la stessa battaglia per una gestione più efficiente, tracciabile e sostenibile degli pneumatici fuori uso, anche in ambito agricolo.