Ci sono voluti circa sei anni, ma ora, spiega Unacma, “è il momento per far crescere la partecipazione di quegli imprenditori che potranno sempre più riconoscere i loro competitor sul territorio come ‘colleghi’ e non solo come concorrenti”

Michela Lugli di Michela Lugli

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La famiglia Federacma
Fonte foto: Unacma

Giorgio Gaber cantava che libertà è partecipazione. Unacma, che crede nella partecipazione reale e attiva degli associati, in una federazione fondata su valori etici e solidali con obiettivi che parlino di consapevolezzaprofessionalità e margini, annuncia la nascita di una nuova grande casa chiamata Federacma.

Ne avevamo parlato già ad aprile 2014 in seguito all’Automotive dealer day che si era svolto a Verona nei bei tempi in cui ci si poteva ancora incontrare. E oggi, dopo sei anni di lavoro, il progetto è divenuto realtà.

È nata Federacma

La nuova Federacma – la Federazione italiana delle associazioni nazionali dei commercianti macchine e delle Acma (Associazioni commercianti macchine) territoriali, operante in ambito Confcommercio, Imprese per l’Italia e Confcommercio mobilità – riunirà i rivenditori di macchine agricoleofficine di riparazione, ricambisti, rivenditori di macchine da giardino, rivenditori di macchine per la silvicoltura, gli allevamenti e l’irrigazionenoleggiatori di macchine agricole e da giardino e venditori di macchine usate.

Unioni interne a Federacma

Mettere d’accordo tutti è difficile, ma la tenacia e le fatiche profuse in incontri e valutazioni hanno pagato.
“Il processo federativo, iniziato nel 2014, è giunto a compimento. In questo periodo sono stati realizzati molti incontri e fatte numerose considerazioni” racconta ad AgroNotizie Gianni Di Nardo, segretario generale Federacma. “Se l’obiettivo era dare maggiore vigore alle nostre attività e richieste, è stato indispensabile rafforzare la voce delle singole categorie presenti tra gli associati Unacma”.

Uniti e più forti

Obiettivi sono la tutela degli interessi delle categorie associate, il miglioramento dei margini, la sicurezza del lavoro e la formazione specifica.
La strada per arrivarci passa dalla proposta di nuove leggi, dall’intreccio di relazioni con tutti i soggetti della filiera, dalla definizione di convenzioni con società di servizi e dalla partecipazione a gruppi di lavoro con le istituzioni.
A far luce sul percorso, una comunicazione continua tramite canali tradizionali, social network, road show e fiere.

“‘Ci dividiamo per crescere’ era lo slogan che abbiamo utilizzato sull’ultimo numero di Unacmalife. Contiamo di aumentare fortemente la presenza di associati nel mondo del garden con Unagreen, ma – chiarisce Di Nardo – abbiamo grande fiducia nella forza di tutte le categorie: le officine, ad esempio, che dopo aver conseguito l’attestazione dei corsi Inail-Unacma si sono iscritte all’associazione, non hanno ancora espresso progetti autonomi per il miglioramento della sicurezza nei propri ambienti di lavoro, ma una proposta Unacma è stata presentata al Mise”.

Unacma, che dal 2010 ad oggi ha fatto passi da gigante per riconoscibilità e ruolo acquisito nelle istituzioni e nella filiera, è arrivata ad avere la vicepresidenza europea del Climmar ed è tra i promotori di un Gruppo che nel Climmar si occuperà di garden. “Oggi – aggiunge Di Nardo – al netto di qualche ‘riconoscimento’ mancante dalla politica che fatica ad accogliere le nostre proposte – e cita l’annosa questione revisione – siamo soddisfatti e riteniamo che, alla fine del mandato di presidenza Rinaldin a ottobre 2022, consegneremo ai nuovi dirigenti di Federacma una federazione che avrà dato il massimo alle categorie rappresentate”.

Ma alla fine, per Unacma cosa cambia?

“Unacma sarà un’unione all’interno della federazione, quindi senza personalità giuridica separata” chiarisce Di Nardo. “Gli associati si troveranno soltanto a far parte di una famiglia più grande, suddivisa per categorie di appartenenza: le officine avranno una loro casa, i ricambisti un’altra e il giardinaggio un’altra ancora e così via. Gruppi più omogenei che potranno affrontare i loro temi autonomamente. Il braccio operativo sarà invece la federazione che si presenterà un po’ più ‘muscolosa’ presso le istituzioni e nella filiera”.

“Anche Federacma avrà un Consiglio direttivo – conferma Di Nardo e – le Unioni avranno un portavoce ed un segretario. I portavoce saranno presenti in Consiglio direttivo”. 

Nella prima assemblea di Federacma, che con buona probabilità si terrà a marzo – ad oggi è in pieno svolgimento la campagna associativa iniziata il 18 gennaio scorso – sarà nominato il Consiglio direttivo e saranno confermati il presidente (attualmente Rinaldin) ed il segretario generale (oggi Di Nardo).

Aggiungi un posto al tavolo

Più forti ma anche ambiziosi. Infatti, i passaggi successivi saranno l’ingresso di aggregazioni verticali e orizzontali.
Le prime, composte da associazioni nazionali con statuto ed organismi autonomi nel mondo delle macchine per il movimento terra, per l’edilizia e dei noleggiatori, non avranno gli stessi settori di riferimento delle unioni già definite nella federazione. Le seconde sono rappresentate dalle Acma realizzate a livello provinciale e regionale tra rivenditori di comparti paralleli che mai prima d’ora si erano riuniti (neanche sotto l’egida delle Ascom territoriali).

Per farla più semplice, se si esclude il comparto automotive e quello delle macchine industriali, macchine utensili e similari, tutti gli operatori (esclusi costruttori e utilizzatori) che si interessano di macchine agricole ed operatrici potranno rientrare nell’ambito di Federacma.

 

Fonte: Agronotizie

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